Il vitigno Zibibbo è un vitigno aromatico che appartiene alla famiglia dei Moscati. Noto anche come Moscato d’Alessandria, proviene dall’Egitto ed è stato inizialmente diffuso dai Romani nel bacino del Mediterraneo. In seguito al dominio arabo di molte zone del sud d’Europa lo Zibibbo conosce una ben più ampia diffusione. Il nome zibibbo proviene dal termine arabo zibibb, che significa uva secca o appassita, di cui gli arabi fanno grande uso. E’ un’uva conosciuta anche in Francia, dove viene chiamata Muscat d’Alexandrie o Muscat romain e in molti altri Paesi sia europei che del nuovo mondo, fra cui l’Australia, il Cile e il Perù dove viene usata per la produzione del distillato Pisco. In Italia troviamo lo Zibibbo soprattutto in Sicilia, dove, coltivato tradizionalmente anche come uva da tavola o da appassimento, dà grandi vini come il Passito di Pantelleria.

Si presenta con grappoli grandi, piramidali e alati, compatto o a spargolo. I chicchi sono di grandi dimensioni, tondi, con delle bucce ben spesse di colore verde dorato molto concentrate di pruina. Hanno una grande consistenza, con la polpa fragrante e dolce, molto aromatica. Ha rese medie e costanti, una buona vigoria e una maturazione media. Si utilizzano forme di allevamento poco espanse con potatura corta. Ha delle difficoltà con i venti scirocco, la peronospora e all’oidio, ma in compenso resiste bene al marciume e alla siccità. È tra le migliori uve da appassimento anche grazie alla sua resistenza al marciume. Oggi è molto diffusa nelle isola, con Pantelleria al primo posto e in passato, ai primi del novecento, superava il Catarratto in estensione.

Lo Zibibbo viene vinificato sia per la produzione di vini secchi che spumantizzati ma soprattutto di vini dolci, questi ultimi naturalmente costituiscono il fiore all’occhiello della produzione, nei grandi dolci aromatici e delle denominazioni DOC Moscato e Moscato Passito di Pantelleria. Sono vini straordinariamente ricchi, di colore dorato profondo, con una grande gamma olfattiva alle albicocche, ai fiori specialmente quelli di acacia, vari tipi di miele. Palato strutturato, dolce, dotato di corpo ma anche sapidità, acidità e lunga persistenza per un tessuto molto morbido. Naturalmente molto alcolici e di contenuto zuccherino molto alto. Anche i secchi e gli spumantizzati sono molto aromatici, di colore paglierino e delicati sentori di frutta bianca e fiori. Sono ben 5 le denominazioni che includono lo Zibibbo nel loro disciplinari.

Quindi, quando si parla di denominazioni di origine che utilizzano il vitigno Zibibbo, allora bisogna chiamare in causa il Moscato (nella versione secca e dolce) e il Moscato Passito di Pantelleria DOC.

La versione passita è certamente quella maggiormente celebre sul mercato, caratterizzata da delle colorazioni dorate, piuttosto brillante ed intense, ma anche delle profumazioni che ricordano le confetture, in particolar modo quelle di albicocca, nonché tutta una serie di aromi floreali collocati su fondi di miele.

Una delle particolari caratteristiche dei vini che si ricavano dal vitigno Zibibbo è sicuramente quella di essere dei vini che possono contare su un ottimo corpo pieno, ma anche su un buon livello di sapidità, garantito dalla presenza del mare nelle vicinanze. I vini dello Zibibbo sono a dir poco meravigliosi, anche nella variante secca, soprattutto per via dell’elevato grado di acidità naturale. Interessante anche mettere in evidenza come il vino dello Zibibbo si possa trovare anche con la denominazione di origine Erice.

Lo Zibibbo è un vitigno che viene utilizzato anche in svariate occasioni come uva da tavola destinata al consumo fresco, soprattutto per via della presenza di chicchi di elevate dimensioni, che hanno una notevole polpa e carnosità, senza dimenticare anche il succo, decisamente dolce ed aromatico, ma anche le bucce estremamente fragranti, che deliziano il palato e rilasciano un sapore assolutamente gradevole.

Si tratta di una tradizione che si deve ricollegare necessariamente alla derivazione africana del vitigno, ovvero da luoghi in cui l’uva aveva un significato ben preciso, anche a livello simbolico, esattamente come in tutto il continente europeo.

Per poter conservare un ottimo livello di dolcezza, è fondamentale sfruttare sempre delle tecniche di allevamento che siano poco espanse e che prediligano delle forme corte: la ragione di tale decisione si deve ricercare soprattutto nelle elevate temperature che caratterizzano il clima in cui viene coltivata l’uva Zibibbo.

Inoltre, l’uva Zibibbo presenta anche una caratteristica del tutto particolare, che è molto cara ad un gran numero di viticoltori, ovvero una buona resistenza nei confronti del trasporto.

Lo Zibibbo viene servito rigorosamente freddo, a temperature comprese fra 8 e 12°C; il bicchiere ideale è un tulipano medio piccolo.

Ottimo come aperitivo, esalta in modo eccezionale i tipici piatti mediterranei a base di pesce e di crostacei. Alcuni apprezzano anche l’abbinamento con piatti saporiti come il foie gras o i formaggi erborinati, ma è con i sapori dolci che questo vino si trova in miglior compagnia. I dolci tipici della tradizione siciliana come cannoli, paste di mandorla, cassata sono un ottimo accompagnamento allo Zibibbo, ma anche dessert o gelati a base di pistacchio o con creme di ricotta