Il vitigno Verdiso sembra essere originario della zona dei Colli Euganei, dove però è ai nostri tempi non più presente in modo significativo. E’ presente fin dall’inizio del ‘700 nella zona di Conegliano-Valdobbiadene, dove a quei tempi venne preferito ad altre varietà grazie alla sua elevata produttività (anche se a scapito della qualità dei mosti). Oggigiorno è ancora presente in zona e concorre agli uvaggi sia col Prosecco (Glera) che con altre varietà. La sua importante componente acida lo rende adatto all’appassimento, e viene infatti utilizzato nella produzione del Colli di Conegliano Torchiato di Fregona DOCG.

Attualmente il Verdiso viene coltivato solo ed esclusivamente in ambiente collinare, in un territorio che presenta una certa variabilità pedologica e climatica; la sua larga diffusione di fine secolo scorso, che lo vedeva presente anche in pianura, si è andata man mano contraendosi. Attualmente l’area di Combai, Campea, Rolle e il comprensorio dei Feletti, risultano le due zone con la maggior presenza del vitigno.

Oggi si cerca di valorizzarlo utilizzandolo in purezza, per ottenere un vino gradevole ed armonico. Ha grappolo di media grandezza, con peduncolo molto lungo ed erbaceo; acino di colore giallo citrino. Le nervature delle foglie rimangono verdi più a lungo della lamina ed in autunno, l’aspetto è quello di un reticolo verde disteso sul giallo del vigneto.

Il Verdiso è un vino dal colore giallo paglierino scarico con riflessi verdognoli, dotato di profumo tenue, sottile, delicato, fine, leggermente fruttato, con un gusto  fresco e dotato di una buona e piacevole acidità. Nel complesso armonico e ben presente in bocca. Le tipologie che si trovano ora nel mercato sono:

  • Tranquillo:  ottenibile nelle zone più calde e ventilate, in  annate che permettono una buona maturazione delle uve.

  • Frizzante:  prodotto interessante perchè il Verdiso è una buona base frizzante per le sue caratteristiche chimiche ed organolettiche. La rifermentazione può aumentarne gusto e profumo grazie anche alla possibilità di lasciare il residuo zuccherino più appropriato.

  • Spumante:    il Verdiso è anche una buona base spumante. Molta attenzione va posta al momento dell’imbottigliamento alla sovrappressione dovuta all’anidride carbonica che non deve mai essere eccessiva, inoltre va controllato il residuo zuccherino che deve essere in buona armonia con l’acidità spesso elevata.

  • Vin  santo o passito: esistono ancora alcuni produttori che, come vuole la tradizione, pongono l’uva ad appassire nei graticci per poi vinificarla nel mese di febbraio. Il mosto rimane a contatto per alcuni giorni con le bucce.