Il vitigno Rossese non ha origini certe. Sembra provenga dal sud della Francia, da dove è arrivato in Liguria al seguito dei Doria ed ha trovato nella zona di Dolceacqua il suo territorio di elezione, piccolo comune a 20 chilometri dalla Francia, sulle alte colline della provincia di Imperia. Probabilmente il Rossese venne introdotto dai Greci già nel VII secolo avanti Cristo, ma le notizie sono del tutto incerte. Si sa per certo che il vitigno è presente da tempo immemorabile nella zona. L’origine del nome sembra chiaramente riferirsi al colore delle sue bacche. La sua diffusione pressochè esclusiva nella Riviera Ligure di Ponente, vicino al confine con la Francia, sembra avvalorare questa tesi.

Il Rossese si presenta con grappoli mediamente grandi, a forma piramidale, alati, mediamente a spargolo. Le bacche sono di dimensioni medie o medio-piccole, ellittiche, con colore blu che tende al nero e al violetto, abbastanza pruinosi e con bucce mediamente spesse. Tra le avversità il Rossese soffre la colatura e l’acinellatura.

Il sistema di allevamento tradizionale è ad alberello, ma negli ultimi anni si stanno sperimentando anche altri sistemi.

I vini del Rossese hanno guadagnato la propria denominazione di origine dal 1972, che comprende 14 comuni in Val Nervia e nella Valle Crosia, dove si vinifica in purezza in un disciplinare che prevede almeno il 95 per cento del vitigno. Da luogo a rossi leggeri, da bere giovanissimi, ma se vinificato con attenzione riesce a regalare buoni vini, anche complessi, anche invecchiabili.

Il colore, prima molto chiaro, diventa di un bel rubino che tende al granato con il tempo. La gamma olfattiva è vinosa, con bei profumi floreali di delicate rose e viole, con punte fruttate di fragola e ribes. Il palato resta delicato, morbido, ma con un bel corpo strutturato dai tannini che lo rendono leggermente amarognolo, equilibrato però da ottime vene vellutate. Viene vinificato anche nella tipologia superiore se affinato per un anno, ma nelle vinificazioni di particolare pregio, deve essere consumato dopo almeno quattro anni, riuscendo ad invecchiare fino agli otto.

Gli abbinamenti ideali sono con la carne rossa ma anche con selvaggina, come il coniglio in umido, a temperature di circa 18° centigradi.

Fa parte delle denominazioni di origine Rossese di Dolceacqua o Dolceacqua DOC e del Riviera Ligure di Ponente DOC, ma viene vinificato anche in indicazione geografica tipica.