Il Pecorino è un vitigno bianco autoctono della zona tra Marche e Abruzzo. Nonostante la sua origine sia data ancora per incerta, si hanno delle testimonianze scritte su questo vitigno già a partire dal II secolo avanti Cristo quando fu descritto da Catone il Censore genericamente insieme ai Grechetti della zona. Il suo nome attuale invece deriva dalla transumanza dei pastori della zona verso la Puglia che sembra usassero portare questo vino con loro. Con il nome del formaggio di pecora allora veniva indicato anche questo vino che arrivava con i pastori. Era molto coltivato infatti non solo nella sua zona d’origine, ma anche nel Lazio e nella Puglia che decisero di allevarlo per le sue buone qualità fino ai primi del novecento.

Si presenta con grappoli lunghi piramidale, con acini di grandezza medio piccola e ben sferici, di un giallo verdolino. Il Pecorino fornisce rese basse e incostanti, motivo per il quale fu abbandonato in passato. La maturazione è precoce, ma non rappresenta un problema per l’apporto alcolico. Viene chiamato anche con i sinonimi Dolcipappola, Luvino, Forconese, Mosciolo, Moscianello,Trebbiano Vecio e molti altri.

Il Pecorino ha avuto anche una sua denominazione con il vitigno in purezza nel DOC Pecorino di Offida. Il Pecorino viene assemblato anche nella spumantistica del DOC Controguerra in Abruzzo.

Sperimentazioni stanno iniziando anche in Puglia con il nome di Uva Piccoletta, in Umbria e nel Lazio con il nome di Trebbiano Vicio. Fornisce vini alcolici e di acidi, con buoni invecchiamenti fino ai 3-4 anni. I vini hanno colore paglierino tendente all’ambra, di buona freschezza ed acidità. Nell’impianto olfattivo si possono distinguere le mele renette con speziature di cannella e liquirizia, e in alcune vinificazioni più indovinate anche sentori floreali di ginestra e gelsomino.

Ottima la struttura, la sapidità e la mineralità che devono essere attentamente bilanciate per dare il giusto equilibrio al vino specie nella giovinezza. La grande potenzialità del pecorino è bloccata dalla sua incostanza e nelle Marche dalla grande concorrenza del Verdicchio, specialità regionale. Molto guadagna anche nelle sperimentazioni in legno. Ancora poco vinificato sta comunque incontrando molti favori, grazie a produttori attenti.

E’ caratterizzato inoltre da una buona persistenza e da un piacevole retrogusto che lo rendono un vino sorprendente ed in grado di abbinarsi bene a molte portate.