Coltivato soprattutto nel Canavese, in particolare nelle zone di San Giorgio, Bairo, Valperga. È autorizzato alla coltura per l’intero territorio regionale.

Il vitigno Neretto di Bairo (detto anche più comunemente “Neretto”) è presente da tempo immemore nel Canavese, ma le sue origini sono sconosciute.

La foglia è di media grandezza (o medio-grande), pentagonale, trilobata e il grappolo maturo di medie dimensioni, cilindrico, con un’ala ben evidente, compatto. Si tratta di un vitigno vigoroso che necessita di forme di allevamento espanse e di una potatura lunga e ricca. La scarsa produttività ne ha causato l’abbandono nonostante dia vini di buona qualità, meno acidi del Barbera e di pronta beva.

Il vino che si ottiene dal vitigno Neretto di Bairo è di colore Rosso rubino, intenso. Al palato è caldo, di corpo.

L’uva è destinata alla vinificazione. Normalmente viene però mescolata con l’uva di altri vitigni (uvaggi), pur prevalendo quella del Neretto. Il vino che se ne ottiene è soltanto un vino da pasto comune, molto ricco di colore, piuttosto aspro, ricco di corpo, ma modestamente alcoolico da 9.5 a 10° di alcool, talvolta, ma raramente di più (quando provenga da uve di terreni in pendio). Tuttavia trova facile smercio sui mercati locali.