Il Moscato Bianco, noto anche come Moscato di Canelli, è il nome italiano del vitigno a bacca bianca francese Muscat Blanc à Petits Grains, che trova in Italia coltivazioni più estese anche dello stesso Trebbiano. Con la Malvasia è tra le varietà più antiche esistenti nella nostra penisola, diffuso in tutte le regioni. Quasi tutti i vini italiani denominati Moscato infatti sono vinificati da questo vitigno.

Il nome Muscat, poi traslato in italiano, si deve forse alla locuzione latina muscum, con la quale si indicava il caratteristico profumo di muschio emanato dai chicchi di questo vitigno. In antichità veniva denominata anathelicon moschaton dai Greci e apiana dai Romani.

Ci sono svariate leggende sul Moscato bianco, alcuni narrano che già i Greci lo coltivassero e che fosse la celeberrima uva apiana dei Romani, così dolce e irresistibile che le api ne erano ghiottissime.

Altre fonti vogliono che il Moscato venga dall’Oriente e che sia giunto con il ritorno dei Crociati.

Il vitigno si presenta con grappoli di medie dimensioni a forma cilindrica, alati, con densita compatta o a spargolo. Le bacche hanno dimensioni variabili, comunque mai piccole, sferiche, con colori gialli che sfumano al verdolino e al dorato nella maturazione sotto i raggi del sole. Poca pruina sulle bucce poco consistenti. Il vitigno è molto aromatico e viene coltivato in preferenza su suoli ricchi di calcare, marnosi, asciutti e quindi con scarsa presenza di argilla, in luoghi soggetti ai venti che mantengono bassa l’umidità. Le rese sono medio-alte e costanti, con buona resistenza alla siccità ma bassa all’oidio, al marciume e alla peronospora. Si alleva con sistemi poco espansi e potature decise. Ha una buona resistenza al freddo. La maturazione regala alta concentrazione di zuccheri.

Il Moscato Bianco è un vitigno molto aromatico che regala vinificazioni in purezza di alta qualità sia nella tipologia dolce che frizzante o spumantizzata. La versione dolce da dessert è sicuramente la più apprezzata come nel Moscato di Siracusa, mentre altrettanto famosi sono il Moscatello di Montalcino, ma ancora di più il Moscato d’Asti. Viene vinificato anche in tipologia secca, anche qui con buoni risultati. Questi vini non hanno nulla a che fare comunque con i famosi Zibibbo della Sicilia, conosciuti anche come Moscato di pantelleria, in cui il vitigno impiegato è il Moscato d’Alessandria. Viene vinificato con successo invece anche all’estero, in Francia naturalmente ma anche in Germania, come musckateller, in Spagna come moscatel menudo blanco e nel Regno Unito con il nome di White Frontignan, dal famoso vino francese.

In Piemonte lo si trova nell’Astigiano per i famosi spumanti spesso dolci, ma anche secchi o in vinificazioni per vini da dessert. Ma è tutta la penisola ad usarlo, anche se il successo maggiore lo si riscuote appunto in Piemonte e nel sud Italia per le versioni da dessert.

Il Moscato punta tutto sulla finezza del bouquet, quindi servitelo a 10 gradi in coppette ampie, in modo che i suoi profumi possano salire direttamente al naso.

Pur avendo una struttura leggera, l’Asti spumante è, grazie alle sue bollicine, uno dei vini più duttili per gli abbinamenti con i dessert, anche per dolci calorici e impegnativi.  Evitare torte al cioccolato, ma ben vengano torta di nocciole, torta di carote oppure dei semplici biscotti al cocco.