La presenza della Molinara sulle colline veronesi è testimoniata fin dall’inizio dell’Ottocento. Il suo nome deriva dalla consistente pruinosità che ricopre la buccia, tanto da farla sembrare infarinata: da qui Uva del Mulino, Mulinara o Molinara. È conosciuto anche come il “Brepon” e “Ua Salà” (uva salata) per il peculiare equilibrio che, senza far risaltare acidità e tannini, finisce per sottolinearne la sapidità. La fragranza e la trasparenza del coloredel Molinara sono proverbiali e queste caratteristiche invece di valorizzarlo hanno finito per essere un limite. Le recenti tendenze del mercato ad avere vini sempre più cupi e
concentrati l’hanno reso quasi inutile o superfluo. Al contrario la sua attitudine ai climi freschi, in particolare di collina, gli permette di esprimere una personalità spiccata e di evitare le produzioni troppo abbondanti della pianura che ne sviliscono il profilo. Pur avendo perso l’interesse dei produttori, rimane ampiamente diffuso in tutta la provincia veronese, all’interno delle DOC Valpolicella e Bardolino.

Ha foglia medio-grande, leggermente allungata, trilobata, a volte intera; grappolo medio, piramidale allungato, con una o due ali corte, piuttosto spargolo; acino medio, sferoidale o leggermente allungato, buccia di colore rosso-violaceo, consistente e leggermente spessa, ricoperta di abbondante pruina. Ben si adatta a terreni collinari, ben esposti e ventilati; viene allevata con la pergola veronese. Non sopporta bene la botrite e il marciume acido, mentre resiste all’oidio e alla peronospora. L’umidità e la carenza di potassio sono fra i suoi punti deboli.

Il vino, vinificato in purezza, ha un colore rosato-cerasuolo, profumo delicato, sapido, di corpo medio con gradazione alcolica media di 11°, nella versione spumante è un buon aperitivo e si abbina molto bene a piatti di pesce, nella versione rosato-cerasuolo si abbina a primi con sughi di carne, a secondi di carne rossa, a formaggi semi-duri, la temperatura di servizio consigliata è 16°-18°.