Il Garganega è un vitigno a bacca bianca diffuso in Veneto la cui origine sarebbe greca, come molte viti italiane, importata nella penisola da quasi tre millenni, al tempo della colonizzazione del VII secolo avanti Cristo. La sua coltivazione viene praticata in particolare nell’area del Soave e del Gambellara, dove l’allevamento riguarda un sottotipo, il Garganega di Gambellara.  Una tradizione agricola che ha attraversato i secoli fino ad arrivare ai giorni nostri. Troviamo tracce di quest’antica vocazione per la viticoltura a Palazzo di Giustizia di Soave, sulle cui mura è scolpita l’iscrizione “io, casa amica del diritto, sono stata eretta quindici lustri dopo gli anni mille e trecento… quando i paesani pigiavano con i piedi le uve”. 

La garganega è solitamente allevata secondo il tradizionale sistema della pergola veronese. È un vitigno vigoroso e produttivo, con grappoli dalla forma allungata e acini di un bel giallo dorato. Sui suoli di antica origine vulcanica di Soave e Gambellara, ha trovato la sua terra d’elezione. Qui riesce a esprimersi con livelli qualitativi elevati, regalando vini affascinanti, longevi, caratterizzati da un nitido profilo minerale. Vinificata in purezza, esprime un bouquet interessante, con profumi di fiori bianchi, aromi fruttati, note tropicali e finale ammandorlato. Spicca soprattutto per un grande equilibrio gustativo, che dona al vino corpo, struttura e una certa morbidezza. All’affinamento in acciaio, che preserva maggiormente gli aromi varietali dell’uva, si affianca sempre più spesso anche l’invecchiamento in botti o barrique, che contribuisce a conferire al vino maggior complessità aromatica e struttura.

L’area del Soave è certamente la più interessante, con il Soave DOC in provincia di Verona cesellato sulle colline che vedono anche una zona di particolare pregio, quella del Classico, dove il Garganega viene tagliato con un massimo del 30 per cento di Trebbiano di Soave o Chardonnay o utilizzato in purezza. I vini in genere vanno bevuti in gioventù anche se non mancano invecchiamenti anche di otto anni e sperimentazioni in legno con ottimi risultati. Nell’evoluzione storica del vitigno dalla produzione di quantità a quella di qualità, il primo vino degno di quest’ultima fu il Calvarino, prodotto dal 1971 in assemblaggio con il Trebbiano con una bella profumazione floreale. Qui a Soave si possono avere annate particolarmente favorevoli da regalare vino longevi più di dieci anni, ma il Soave viene anche spumantizzato per ottenere vini freschi e briosi. Con la denominazione di Recioto di Soave DOCG, la prima di questo tipo per la regione approvata nel 1998, il Garganega viene vendemmiato precocemente per essere fatto appassire sui graticci fino all’inverno e quindi vinificato dolce, per un vino di qualità ormai divenuto famoso. Ottima sia la gamma olfattiva classica di frutti bianchi maturi alla albicocca e alle pesche, con i toni erbacei del tè verde, che quella gustativa, che si replica al palato con un bel bilanciamento acido dei sapori dolci e densi espressi nel vino. Anche questo vino viene a volte spumantizzato, per un vino diverso nei gusti, che trova comunque qualche estimatore.