Il vitigno Ciliegiolo è coltivato in numerose regioni dell’Italia centrale (Liguria, Toscana, Marche, Abruzzo, Lazio) anche se la sua zona d’origine è la Toscana centrale, dove è arrivato forse importato dalla Spagna verso la fine dell’80. Il vitigno Ciliegiolo prende il nome dal colore e dal caratteristico aroma che richiama la ciliegia. Pur essendo in grado di dare ottimi vini e sostegno al Sangiovese, è in forte diminuzione (circa 5.000 ha). Il vitigno Ciliegiolo veniva principalmente impiegato nel taglio con i vini poco alcolici ed asprigni; apportava infatti gradazione alcolica, morbidezza ed un fresco aroma di ciliegia, dando prodotti di buona tenuta all’invecchiamento. Il Ciliegiolo è un vitigno molto duttile: se vinificato in bianco o con breve macerazione può dare freschi e profumati vini rosati; si presta bene anche all’appassimento.

Il vitigno si presenta con grappoli di grandi dimensioni, compatti e allungati in forma piramidale, sempre alati. Le bacche sono sempre di dimensioni grandi, sferiche, con una bella buccia pruinosa mediamente spessa e dal colore nero a riflessi violetti.

Si devono apportare potature di basso impatto in quanto le gemme basali sono poco fertili e incidono sulle rese. Il Ciliegiolo è dotato di una buona vigoria e matura precocemente. Per raggiungere buone rese costanti, oltre alla potatura, deve essere piantato sulle colline poco umide e fertili della campagna toscana che offre climi secchi e caldi. Ha la capacita di maturare bene anche in alta quota, dove è molto apprezzato. Il suo territorio preferito è la Toscana e la Maremma in particolare dove è giunto presumibilmente nel 1870, ma lo si trova anche nel Lazio, in Umbria, in Liguria e in Abruzzo. Negli ultimi decenni sta però perdendo terreno nelle superfici vitate a causa dell’irruenza dei supertuscans.

Come detto purtroppo negli ultimi decenni molti vitigni stanno sostituendo il Ciliegiolo, utilizzato più che altro negli assemblaggi con vini deboli in alcol e leggermente aspri. Il Ciliegiolo infatti fornisce a questi tagli alcolicità, sapori dolci di ciliegia e morbidezza, ma anche una sufficiente attitudine all’invecchiamento. Quando viene invece utilizzato in purezza il vino ha un bel colore rubino con brillanti venature viola, di buona gradazione in alcol, con profumi complessi e fini e palato strutturato e dal corpo pieno. Generalmente sono vini da bere giovani grazie alla bassa acidità, che li rende morbidi, ma riesce anche ad invecchiare quando i produttori richiedono al loro vino aromi ancora più intensi e complessi, di ottima fattura, dove le note fruttate di ciliegia si sviluppano per presentarsi con sentori di sottobosco, tocchi di prugne e marasche e ancora frutti di bosco in confetture.

Trova abbinamento con le carni bianche ma anche con molluschi saporiti come le lumache. Ottimo con i salumi freschi o mediamente stagionati.