Il Bovale è un uva probabilmente originaria della Spagna, in particolare il Bobal spagnolo, e importata poi in Sardegna al tempo della dominazione degli Aragona sull’isola. Nessuna certezza però è stata fornita, e le prove del DNA, generalmente le sole che possano stabilire con sicurezza l’origine di una pianta, non sono mai state eseguite. I patrioti vorrebbero questa varietà come autoctona sarda, mentre i botanici propendono per la natività iberica.

Si distingue in due varietà principali, il Bovale Sardo, più austero, e il Bovale Grande. Utilizzati entrambi negli assemblaggi con gli altri autoctoni sardi Monica e Cannonau, possono essere vinificati anche in purezza, raramente, con il primo che fornisce i risultati migliori, mentre il secondo ha rese più alte. Il Bovale Grande è più comune e diffuso in tutta l’isola mentre il suo cugino Sardo trova spazio soprattutto nella provincia di Oristano.

Entrambi sono comunque vigorosi, con buone rese e germogliamento verso aprile, con la fioritura per il Grande leggermente più precoce che per il Sardo. La maturità, tardiva viene comunque raggiunta insieme verso la metà del mese di settembre.

Il grappolo è di medie dimensioni e conico, con acini neri e pruinosi, rotondi e piccoli, ma leggermente più grossi nel Grande.

Come detto il Bovale viene usato quasi esclusivamente in assemblaggio con il Cannonau e il Monica, fornendo supporto ai DOC Mandrolisai e Campidano di Terralba. Riescono a fornire ottime colorazioni scure grazie alla presenza di grandi quantità di flavoni nella buccia, mentre il succo ha alte dosi zuccherine, che apportano nella fermentazione buone quantità di alcol. Riesce a fornire anche profumi profondi di frutta rossa, e un buon supporto tannico. Impercettibili sfumature speziate possono accompagnare le annate migliori.

È presenta al 5 per cento nell’ottimo Tuttiga di Argiolas, un grande vino balsamico, con mirto, caramelle al lampone, la vaniglia e ancora vegetali. Palato loto morbido, si accompagna benissimo ai cosciotti d’agnello all’origano.

Entra anche, sempre al 5 per cento, nel Carignano del Sulcis Superiore Terre Brune di Cantina Santadi, uno spettacolare vino impetuoso, con linfa, resina balsamica, funghi, pomodori, pelle, carrube e pane fragrante, e ancora china e grafite. Fantastico il palato, morbido e tannico, ideale per la selvaggina in umido.

Al 20 per cento entra invece nel Ajana di Ferruccio Deiana, un vino di carattere, con confetture di frutti di bosco, liquirizia dolce, vaniglia, un corpo sapido e minerale. Un gran vino per gli gnocchi al ragù di agnello.