L’aleatico è un vitigno aromatico a bacca nera (precisamente blu-vermiglio). A detta di molti è probabilmente una mutazione del Moscato nero toscano. Si producono diversi vini DOC, in particolare in Toscana e in Puglia.

Già citato da Pier dè Crescenzi (1303) e dal Trinci (1726) è di dubbia etimologia:

per alcuni deriva da qualche forma linguistica riconducibile alla Grecia,

altri ancora lo fanno risalire all’emiliano aliadga cioè “uva luglianica”.

Detto anche Aliatico, Leatico e Liatico, è variamente denominato a seconda delle zone geografiche: Aleatico della Toscana, Aleatico nero di Firenze, Aleatico di Benevento, Aleatico dell’isola D’Elba.

La pianta ha una foglia grande pentagonale, trilobata di colore verde cupo il cui grappolo è piccolo, spargolo ed allungato. L’acino è medio con buccia molto pruinosa di colore blu-vermiglio. Di vigoria medio-buona e produttività media ma costante, matura nell’ultima decade di settembre. Il vino che si ottiene è di colore rosso rubino con sfumature violacee accentuate; olfatto intenso e fruttato; al gusto è morbido, dolce e leggermente astringente .

È coltivato essenzialmente in quattro zone:

  • in gran parte della Toscana: degni di nota sono i vini nell’isola D’Elba, sull’isola di Capraia e nel Grossetano (comuni di Sorano, Pitigliano e Manciano).

  • nelle Marche, a Pergola e comuni limitrofi, con il nome di vernaccia rossa di Pergola.

  • in buona parte del Lazio (di pregio è quello prodotto nella zona del Lago di Bolsena).

  • in alcune zone dell’Umbria (nei pressi del Lago di Corbara e nell’Orvietano).

  • in tutta la Puglia (anche se i vini più rinomati sono nel Salento e a Gioia del Colle).