Il vitigno Vernaccia Nera è un vitigno coltivato nelle Marche, soprattutto nella zona di Serrapetrona, in provincia di Macerata, dove ancor oggi se ne producono quantitativi molto limitati, tanto da poterla considerare una rarità, sia dal punto di vista ampelografico che enologico.

Il termine “Vernaccia” sembra provenire dal latino “ver”, Primavera, oppure da “vitis vernacula”, ossia “di casa”, come riportato dal Columella nella sua opera “De re rustica”. Secondo altri il termine potrebbe essere di derivazione più recente e fatto risalire al vitigno di origine francese Grenache o dal suo sinonimo catalano Garnacha. Infatti esistono chiare similitudini tra quest’ultimo vitigno e la Vernaccia nera coltivata nelle Marche. Inoltre, dal punto di vista genetico, è ormai certa la comunanza di origine sia col Cannonau sardo che col Tocai rosso coltivato nel vicentino, anche se le tre specie continuano ad essere catalogate distintamente nel Registro nazionale varietà di vite. La marchigiana vernaccia nera di Serrapetrona, sarebbe presente da tempi davvero antichi nel suo attuale areale di coltivazione, dove da sempre dà vita a vini molto graditi; o perlomeno è questo ciò che si evince da quanto scrive il Conti nella sua Storia di Camerino e dintorni del 1872, nella quale si racconta di un mercenario polacco vissuto nel Medioevo che, sedotto dalla Vernaccia, avrebbe esclamato: “Domine, Domine, quare non borgionasti regiones nostras?” (‘Signore, Signore, perché non hai fatto le nostre terre come Borgiano?’ – con riferimento a Borgiano, frazione di Serrapetrona).

La denominazione di origine controllata e garantita Vernaccia di Serrapetrona fu istituita per decreto ministeriale il 31 luglio 2003 per modificare la precedente denominazione DOC del 22 luglio 1971. Autorizza la produzione di vino rosso spumante dolce e secco nel comune di Serrapetrona e in parte quello dei comuni di Belforte del Chienti e di San Severino Marche, in provincia di Macerata.

L’uva autorizzata per la vinificazione è la Vernaccia Nera per almeno l’85% dell’assemblaggio a cui possono concorrere anche le uve provenienti da vitigni a bacca rossa, idonei alla coltivazione nella provincia di Macerata, da soli o congiuntamente, in misura non superiore al 15% del totale.

L’appassimento delle uve deve avvenire in locali idonei ed è consentito l’uso di impianti di ventilazione.

Il vino ha spuma persistente a grana fine; il colore va dal granato al rubino con odore caratteristico e vinoso. Il sapore è caratteristico, da secco a dolce, con fondo gradevolmente amarognolo.

Entrambe le tipologie, secca e dolce, si abbinano bene le crespelle, i calcioni di ricotta, le crostate e i dolci. Per il secco inoltre, con formaggi stagionati semiduri e cotture bollite con salse, mentre il dolce anche biscotti secchi, dolci tipici di carnevale, (chiacchiere e castagnole secche), dolci tipici locali.

Il metodo di vinificazione della Vernaccia di Serrapetrona è molto particolare. Prevede tre fermentazioni e rifermentazioni successive : il 60% delle uve viene vinificato al momento della vendemmia, il restante 40% (tutto a base di Vernaccia nera) viene messo ad appassire su graticci con i grappoli legati due a due. Entro la metà del mese di gennaio l’uva viene pigiata e alla fine del mese inizia l’ultima fase, che consiste l’unione del mosto ottenuto dalle uve appassite con il vino base e si procede alla terza ed ultima fermentazione naturale. Non si hanno altre notizie riguardanti procedure simili nel mondo.