Il tintore è un vitigno centenario della Costiera amalfitana. Varietà anonima fino ai primi anni Duemila perché mai registrata. Dal 2003 Tramonti è una sottozona della Doc Costa d’Amalfi, anche se il vitigno Tintore entrerà ufficialmente nella denominazione con la vendemmia 2010, incrementando così la già nutrita lista delle varietà tipiche della Campania ammesse nella Doc.

Ancora oggi si possono trovare ceppi ultracentenari produttivi e a piede franco, scampati miracolosamente alla fillossera. La pianta è allevata su fitte trame di pergolati sorretti da impalcature realizzate da pali di castagno, un tipo di allevamento legato alle genti etrusche che hanno popolato l’intera zona. Il territorio qui è attraversato da continue brezze marine che si combinano ad altri venti di terra che unendosi vanno rinforzare il vento di Tramontana, termine legato per assonanza al nome Tramonti, che in realtà proviene dal latino Triventum, paese dei tre venti.

Due le versioni sull’origine esatta del vitigno: la prima che lo vuole vicino alle caratteristiche del vitigno molisano Tintilia e del campano Mangiaguerra. L’altra, invece, è il risultato di uno studio ampelografico e di una ricerca più approfondita eseguita sul Dna di alcune porzioni di foglie, che dimostrano un apparentamento con l’Aglianico e con un’antica uva, la Tintora.

Il Tintore ha un forma unica, determinato da grappoli conici, dall’aspetto spargolo e allungato, particolarità importante per difendersi dal marciume, con una foglia dal profilo increspato e una pelosità della pagina inferiore che al tatto si presenta assai vellutata. È un’uva abbastanza tardiva, vista l’altitudine, dal comportamento vigoroso, ricca di antociani, con un’invaiatura precoce rispetto alle altre varietà rosse presenti in zona, in particolare l’Aglianico, ma con un periodo di vendemmia che parte dalla terza decade di ottobre in poi.

Colore rosso rubino scuro, quasi inchiostro e di grande concentrazione. Al naso evidenzia un complesso di profumi che coinvolge ribes nero e mirtillo in confettura, prugna matura e a seguire fiori rossi macerati, spezie scure di ginepro e pepe, fino a note importanti di grafite, cuoio e tocchi mentolati. Bocca bilanciata ed espressiva, calda, sostenuta da una puntuale nota acida e da un tannino elegante ma ben presente. Chiusura persistente, dal giusto equilibrio gustativo. Si abbina a Costolette di maiale con cipollotti brasati oppure a dei cuori di carciofo con patate e animelle tostate.