Il vitigno Syrah è uno dei vitigni cosiddetti “internazionali”, esportati dalla Francia e coltivati in tutto il mondo. Originariamente sembra provenire in origine dalla città di Schiraz, in Persia, da cui pare giunto nel nostro paese nell’antichità attraverso la città di Siracusa. Sembra che possa anche essere arrivato dall’Albania, essendoci alcune affinità genetiche con il viitgno locale Shesh. Altre analisi sul DNA hanno indicato anche affinità con i vitigni del Trentino-Alto Adige Teroldego e Lagrein. In tempi più recenti, si è diffuso nel nostro paese in provenienza dalla Francia (circa verso la metà dell’800) e ha trovato territorio di elezione in molte regioni soprattutto del centro-sud d’Italia.  In Francia è diffuso soprattutto nella Valle del Rodano, in Côte Rotie, nel Châteauneuf-du-Pape, nell’Ardèche e nell’Hermitage.

Attorno a questo vitigno e alla sua origine sono sorte molte leggende che solo di recente hanno trovato risposte scientifiche, peraltro nemmeno esaustive, nella biologia molecolare.

Fonti affermano che nel 1224 il nobile Gaspard de Steinberg, di ritorno dalle Crociate, portò il Syrah da Cipro a Tain, località sul medio tratto del Rodano.

La cosa è verosimile se si pensa che anche la Mondeuse e l’Altesse–vitigno molto simile al Furmint giunto in Ungheria con i Templari da Cipro–seguirono lo stesso percorso, portati dai Savoia nel XIII secolo.

Le prime testimonianze del Syrah in Italia risalgono al 1828 e si riferiscono alla sua presenza nella collezione del mantovano Acerbi, uno dei più importanti ampelografii italiani, sotto il nome di Grosse Serine o Hermitage. Circa 50 anni più tardi il Marchese Incisa della Rocchetta descriveva il vitigno come Serine-Syrah e Syrah del’Ermitaggio.

In Sicilia il Barone Mendola indicò il vitigno, nel suo catalogo del 1868 semplicemente come Syrah. Alla fine dell’800 era presente in quasi tutte le regioni italiane anche se la sua maggiore diffusione era in Toscana, dove era usato soprattutto per migliorare il Chianti.

Il colore è rosso scuro, intenso e tende al granato invecchiando, ma la pigmentazione del Syrah è un primo segno da riconoscere: profondo inchiostro.

Il bouquet è caratterizzato da intensi profumi di pepe e cioccolato come pochi altri vini al mondo. Seguono mirtilli, frutti di bosco, ribes, spezie, tabacco, con finale di liquirizia, rabarbaro e cacao.

Al palato è caldo, sontuoso, tannico e di buon corpo, ampio nella sua espressività. In bocca è denso, potrete percepire la sua voluminosità, ma i tannini sono di grana fine e il finale di prugna e cioccolato-menta è inconfondibile.

Il vino prodotto da questo vitigno va servito in calici ampi, per consentire lo sviluppo di questi profumi sontuosi, a una temperatura di 16-18 gradi, con eventuali escursioni fino ai 20 per le bottiglie più pregiate e invecchiate.

Data la sua natura speziata, calda e tannica il Syrah è uno dei vini migliori per la carne alla griglia