I Sirica o Siriaca è una vera e propria reliquia ampelografica. Già Plinio lo citava classificandolo tra le “viti aminee”, una Aminea Neraper l’esattezza.
Mentre Isidoro difendeva la sua genesi siriana, da parte sua l’autore della Naturalis Historia propendeva per un’origine greca, affermando che il nome eriverebbe dal syricum, un colorante rosso molto diffuso a quei tempi al quale ricondurrebbe la tinta del Sirica. Lo stesso syricum arrivava da Siri, città dello Ionio nei pressi di Metaponto (Eraclea per i Romani), collegata con l’Irpinia dalla via Appia Antica e dalla via Traiana.

Sono stati scoperti pochi anni fa quattro viti di età presumibile tra i 250 e i 280 anni a Taurasi, in provincia di Avellino. È bello ipotizzare, visto la località di ritrovamento, un futuro impiego nella DOCG Taurasi, per aggiungere alla già conclamata grandezza di questo vino un alone di unicità.

Si tratta di un vitigno di buona vigoria, che matura tardi (seconda metà di ottobre). Ha un grappolo di media grandezza e compattezza, di forma piramidale-cilindrica, con acini neri, abbastanza piccoli, subrotondi, con leggera presenza di pruina e una buccia spessa.
Il vino ha bel colore rubino intenso, sentori fruttati leggermente speziati. bocca di buona struttura e persistenza. con tannini più morbidi rispetto all‘Aglianico.