Il vitigno Prié blanc è un autoctono valdostano le cui origini sono tuttora incerte. Potrebbe provenire dalla zona della Savoia o del Vallese, ma in ogni caso la sua presenza nel territorio data da lunghissimo tempo, ed è qui che il vitigno ha subito le mutazioni genetiche che lo hanno portato ad assumere le caratteristiche attuali. Come tutti i vitigni che riescono ad adattarsi a condizioni estreme, anche il Prié blanc ha maturazione precoce ed una spiccata acidità. Questo e la sua resistenza alle gelate primaverili ha fatto sì che il Prié blanc possa essere coltivato anche oltre i 1000 metri d’altitudine, cosa considerata proibitiva per la maggior parte dei vitigni tradizionali. L’ambiente “estremo” e l’altitudine alla quale viene coltivato ha permesso al vitigno di resistere agli attacchi della fillossera, per cui la maggior parte delle coltivazioni sono “franche di piede”, cioè non innestato su vite americana.

Il prié blanc in purezza, ha un colore giallo paglierino con riflessi verdolini. Al naso esprime profumi fini di erbe di montagna, fieno e le caratteristiche note minerali del terroir alpino. L’aroma è delicato, a volte agrumato, marcato da una decisa acidità. Per la sua finezza e vivace freschezza è un ottimo aperitivo e si abbina molto bene ad antipasti delicati, soprattutto di pesce o a piatti di mare con cotture semplici e dai sapori leggeri.

Va bevuto giovane.

Questo vino è prodotto sia nella versione fermo che spumantizzato con metodo classico, inoltre con lo stesso vitigno viene prodotto una versione “da ghiaccio” con uve ghiacciate, da vendemmia (ultra) tardiva, raccolte a fine dicembre con temperatura al disotto dello zero.