Il vitigno Pinot grigio è con tutta probabilità una mutazione genetica del Pinot nero. Appartiene al gruppo di vitigni cosidetti “internazionali”, di origine francese ed ampiamente coltivati in tutto il mondo. In Italia è stato ampiamente coltivato, con produzioni di masse di assoluto rilievo, soprattutto in Trentino e nel Veneto, e per molti anni uno dei vini più “in voga” della produzione italiana. Il successo commerciale è stato comunque accompagnato da un notevole sviluppo qualitativo e, per quanto riguarda la superficie coltivata, il suo sviluppo ha spesso comportato l’abbandono di specie più territorialmente vocate.

Spesso coltivato nei vigneti borgognoni con il Pinot Nero, questa mutazione è anche visivamente difficile da distinguere dal suo progenitore. Le foglie sono infatti identiche mentre gli acini hanno colori rosa bruno o addirittura blu grigio, il che può dare luogo anche a errori di identità per i meno esperti tra il Pinot Nero e quello Grigio.

Anche il ciclo vegetativo è pressoché identico, con il Pinot Grigio che ha anche le stesse abitudini ambientali del Nero. In passato veniva allevato insieme al Nero e assemblato nei vini rossi con una buona pigiatura per conservarne il colore e apportare morbidezza al taglio. Oggi continua ad essere regolarmente vinificato e assemblato in molti vini rossi della Borgogna proprio per ammorbidire il vino, insieme al Pinot Beurot.

Fornisce in purezza infatti, vini morbidi e ricchi di aromi, ma più leggeri chiaramente. Buona anche la solidità strutturale e l’apporto di colore. Sono vini profumati e dolciastri, che ben si adattano all’odierna moda soprattutto americana.

Al di fuori della Borgogna viene coltivato scarsamente nella Loira, spesso con il nome di Malvoisie, mentre in Alsazia è divenuto uno dei cardini della produzione vinicola, con ottimi risultati nelle vallate fredde e nebbiose vicino al confine tedesco, tanto da esserne divenuto uno dei simboli enologici. Oggi il Pinot Grigio francese è quello Alsaziano, con vini molto ricchi e secchi, di ottimo accompagnamento per la cucina locale, anch’essa ricca e ben strutturata nei sapori.

Anche in Italia si è diffusa la moda del Pinot Grigio ma fortunatamente questo non ha portato ad un’invasione di prodotti monogusto per palati inesperti, anche se chiaramente le cattive vinificazioni a scopo di solo profitto non mancano. Ma la tendenza generale è quella di vinificare bene, e il Pinot Grigio ha avuto largo spazio tanto che ha estensioni vitate maggiori a quelle francesi. Viene coltivato nel nord est con buoni risultati e in parte della Lombardia.

Anche se il Pinot Bianco ha superficie ancora notevolmente più estese, in Friuli il grigio è largamente usato con produzioni buone, sicuramente aromatiche e distinte, tanto che è la regione, tra le quattro in cui è presente, che più frutta questa varietà.

Soprattutto nel Collio si vinificano Pinot Grigio secchi, leggeri e profumati, che hanno però spesso una acidità troppo elevata. Nelle versioni più morbide invece si riescono a produrre vini bi buona fattura, anche se la qualità alsaziana è ancora lontana. Questa caratteristica acida del Pinot Grigio in Italia, viene sfruttata in Lombardia per la spumantizzazione, con risultati certamente migliori. Qualche produzione vi è in Alto Adige dove però il Pinot Bianco è ancora preferito e fornisce risultati migliori. Il Pinot Grigio trova spazio anche in qualche ettaro Emiliano, senza però trovare connotati che lo portino a grandi considerazioni. Questa è la regione più meridionale per questa varietà non renderebbe più a sud date le sue caratteristiche.

La foglia è medio-piccola, tondeggiante, trilobata, di colore verde scuro. Il grappolo è piccolo, cilindrico e molto compatto come tutti quelli della famiglia dei Pinot.

L’acino è piccolo, ovoidale, regolare, con buccia pruinosa e consistente.

Il colore è grigio-rossastro o ramato quando raggiunge la piena maturazione. Non è un’uva a bacca bianca come si potrebbe essere portati a pensare dato che la maggior parte dei vini a base di Pinot grigio sono bianchi. Questo accade perché viene per lo più vinificato in bianco, cioè eliminando le bucce, ma esistono anche tantissimi Pinot grigio ramato, vinificati in rosso, quindi con la macerazione sulle bucce.

Il Pinot grigio dà vini molto corposi e robusti, di un colore giallo paglierino dorato se vinificati in bianco, oppure di un bel colore aranciato, detto “buccia di cipolla”, se vinificati in rosso.

Ha una buona sapidità e una buona freschezza, caratteristiche che lo rendono adatto anche alla spumantizzazione.

In alcune regioni, come in Alsazia, viene vinificato come vendemmia tardiva e assume note molto fruttate.

Ha una buona predisposizione ad essere invecchiato in botte ed è abbastanza longevo, meno comunque del Pinot Bianco, del Pinot Nero o dello Chardonnay.