Il Pignolo è un vitigno autoctono friulano a bacca nera, il cui nome trae origine dalla particolare conformazione del grappolo, molto serrato e compatto, che ricorda la forma della “pigna”, con cui si produce un apprezzato vino rosso secco. Il Pignolo presente sul territorio friulano non è, per altro, l’unico vitigno che produce grappoli di uva con questa caratteristica, per cui nella viticultura italiana il termine pignolo si incontra associato a vitigni a bacca bianca e a bacca rossa accomunati solamente dalla caratteristica forma del loro grappolo d’uva. La similitudine non è sfuggita neanche ai vignaioli francesi che l’hanno utilizzata per battezzare i loro vitigni Pinot, con cui il Pignolo, però, non ha nessuna parentela.

Il Pignolo è originario della zona collinare di Buttrio (UD), e già nel dodicesimo secolo con le sue uve si produceva il vino rosso che veniva offerto in omaggio dalla cittadinanza di Udine ai luogotenenti che entravano in città. La prima testimonianza scritta dell’esistenza di un vino chiamato Pignolo è del 1300. Durante il Medioevo, il Pignolo veniva utilizzato, insieme al frumento, come mezzo di pagamento degli affitti dovuti ai proprietari terrieri. Sebbene non siano stati trovati documenti antecedenti il Settecento che ne descrivano le caratteristiche organolettiche, si può supporre che la sua qualità fosse superiore a quella di altri vini se, nel 1400, veniva donato a nobili e ambasciatori. Questo finché un altro vino, il Picolìt, fu preferito quale omaggio a persone importanti. Nell’Abbazia di Rosazzo nel 1978 furono trovate due viti superstiti. È da li che iniziò la rinascita del Pignolo.

I grappoli di Pignolo sono piccoli, serrati, di forma cilindrica talvolta con due piccole ali. Gli acini sono piccoli e tondi, di buccia spessa e pruinosa, dura e tannica dal colore blu-nero. La polpa è molle, di sapore semplice, dolcissima.

L’epoche di germogliamento, fioritura e invaiatura sono medie.

Il vino Pignolo è di colore rosso rubino chiaro, con una buona gradazione alcolica e una acidità “fresca”, dal gusto armonico, pieno e delicato ed un profumo tipico. Viene gustato principalmente come vino giovane, spesso negli uvaggi con altre uve locali. Può essere lasciato invecchiare per qualche anno, anche in barrique, con ottimi risultati.

Si abbina bene con piatti a base di carne sia bianca che rossa.