Il vitigno Pelaverga piccolo non ha origini molto chiare, anche se sembra appurato che sia originario della zona di Verduno, nelle Langhe, dove è tuttora coltivato. Potrebbe essere qui arrivato secoli or sono in provenienza dal Saluzzese, ma le differenze dal Pelaverga di quella zona sono notevoli, soprattutto per la dimensione dell’acino, che è all’origine dell’aggetivo “piccolo”. Dimenticato per lungo tempo, sta conoscendo nell’ultimo decennio una riscoperta, come del resto molti piccoli autoctoni italiani che si stanno avvantaggiando con le denominazioni di origine nella loro valorizzazione.

Altri cenni storici vengono da fonti vaticane del 1511 in cui si parla dei regali che Margherita di Foix, moglie di Ludovico II marchese di Saluzzo, inviava a Papa Giulio II. In un altro testo del 1798 Nuvolone afferma che tutta l’area collinare di Pagno, nella Valle Bronda, veniva coltivata con questa varietà, e altri testi del 1835 lo confermavano in associazione con il Nebbiolo. Al Pelaverga si risale anche nei testi di Andrea Bacci del XVI secolo in cui si parla degli ottimi vini di Saluzzo, spediti dal porto di Savona. Apprezzato per molti secoli, il Pelaverga era uno dei pochi vitigni a vantare vini monovarietali. Coltivato a ridosso delle Alpi, dopo la prima crisi della fillossera che nell’ottocento fece diminuire quasi tutte le viti autoctone, il novecento vide un ulteriore ridimensionamento del vigneto, fino all’oblio, dovuto in gran parte alla migrazione dei popoli delle valli alpine verso le città e alla sostituzione della vite con coltivazioni più redditizie come la frutta. Oggi si differenzia il Pelaverga di Saluzzo da quello Piccolo la cui coltivazione è ancora limitata a qualche ettaro nelle Langhe, precisamente a Verduno, Roddi e La Morra, ma molto probabilmente il Piccolo è di origine Salluzzese. Il vitigno si presenta con grappoli di dimensioni medio-grandi, e forme piramidali alate. L’acino invece è piccolo, sferico e pruinoso. Ha un’elevata produzione ma incostante. Viene coltivato in collina dove le buone esposizioni asciugano il terreno.

Il Pelaverga Piccolo fornisce vini leggeri e scarichi di colore, di pronta beva, quando vinificato in purezza, mentre assemblato al Nebbiolo il vin o chiaramente diviene più strutturato. Viene assemblato spesso nel Piemonte DOC ed ha un suo DOC dedicato, il Verduno Pelaverga. In questo caso è previsto nel disciplinare un possibile assemblaggio con altre viti rosse al 15 per cento. Il vino di questo DOC è delicato, fresco, con una struttura acido-tannica equilibrata. Il naso si apre a note floreali e fruttate, in particolare violetta e ciliegia. Se affinato aggiunge note speziate di pepe verde e bianco.