Il Pascale di Cagliari è un vitigno a bacca rossa la cui origine non è stata ancora accertata, anche se chiaramente ormai adattato alla terra sarda ed in particolare alla zona del Campidano cagliaritano. Un’ipotesi nasce dalla sua somiglianza con il Giacomino della Toscana, talmente forte che alcuni hanno avanzato la teoria dello stesso vitigno successivamente modificatosi per adattarsi all’isola. Questa ipotesi trova conforto anche in Galluria, dove il vitigno viene chiamato con lo stesso nome toscano, e nel passato fatto di fitti rapporti commerciali che tra le due regioni dirimpettaie del mar Tirreno venivano intrattenuti dai mercanti.

Si presenta con grappoli di grandi dimensioni a forma cilindrica e alati. Le bacche sono anch’esse di grandi dimensioni, a forma sferica e dalle bucce spesse e coriacee, molto pruinose e di colore viola-nerastro. Il vitigno garantisce un’alta produzione, anche abbastanza regolare con un ciclo vegetativo vigoroso che non necessita di attenzioni particolari.

Il Pascale di Cagliari può essere vinificato sia in purezza, sia in assemblaggio. Nel secondo caso viene spesso unito al Bovale ma ancor più al Cannonau, nelle vinificazioni della zona di Cagnulari e di Mejlogu. Questo per il suo apporto buon aromatico che ben si assembla ad un vitigno di carattere come il Cannonau. Quando vinificato puro si fa delicato ma piacevole, con lievi profumazioni di frutta rossa che si ripete con più decisione al palato, grazie a tannini decisi. Fa parte del Campidano di Terralba DOC. i suoi abbinamenti ideali in assemblaggio sono gli arrosti, mentre in purezza è meglio scegliere piatti più delicati.