Il Pallagrello bianco, è un vitigno antico la cui provenienza risale presumibilmente all’antica Grecia. Il vitigno è originario del casertano, con due varietà, uno a bacca bianca e uno a bacca nera, con grappoli piccoli e con acini perfettamente sferici, da cui il nome Pallagrello, cioè piccola palla,  in dialetto locale “U Pallarel”. Fu un vino molto apprezzato da Ferdinando IV di Borbone che gli riservò un posto nella sua Vigna del Ventaglio, preferendolo ai vini del Vesuvio: divenne il vino del Re . Si racconta che questo vino gli piacesse al punto di vietare il passaggio in una vigna situata in località Ponticello nella cittadina di Piedimonte Matese dove aveva fatto impiantare questo vitigno. Il pallagrello è molto diffuso nella provincia di Caserta e maggiormente nelle zone di Caiazzo, Castel Campagnano e Castel di Sasso. Fino a poco tempo fa veniva scambiato con un altro vitigno, il Coda di Volpe, e solo recenti studi ne hanno sancito la definitiva differenza.

Il grappolo del pallagrello si contraddistingue soprattutto per la forma più corta, ha una sola ala. Ha acini piccoli di elevato livello zuccherino e una acidità totale contenuta. E’ sufficientemente resistente alla botrytis

La vendemmia avviene in genere nella seconda quindicina di settembre. Il vino ha sentori di albicocca , pesca e ginestra. Nelle versioni passate in legno regala note di frutta esotica, miele di acacia, canditi, vaniglia, mandorle tostate. Ideale nella versione in acciaio per pasta e ceci, pasta e fagioli, zuppa di zucca e fagioli, spaghetti o paccheri alle vongole. Nella versione passata in legno va bene con crostacei, pappardelle con bottarga e fichi, paccheri e fichi, coniglio etc.