Il vitigno Oseleta è diffuso nella zona della Valpolicella e dei Monti Lessini fin dai tempi antichi, e più recentemente rientrava nell’uvaggio del Recioto e dell’Amarone della Valpolicella, anche se non viene espressamente menzionata dal disciplinare. E’ un vitigno quasi sicuramente frutto di addomesticazione di uve selvatiche locali. Recuperato da un destino di quasi sicuro abbandono, è stato via via riscoperto a partire dagli anni ’70. Il suo nome deriva dal gradimento che gli uccelli mostrano verso le sue bacche. Ha derivazione idiomatica dialettale, dal veneto oselét, cioè uccelletto, perché molto gradita ai minuti uccellini di vigna; altri invece propendono per la versione che ne collega la forma piccola a quella di un piccolo volatile.

Il suo vino viene definito “complessivamente molto interessante per il colore, il corpo, la vivacità”.

Recuperata e riscoperta la Oseleta, comincia ad essere utilizzata in uvaggio per la produzione del vino Valpolicella, del Recioto e dell’Amarone, per le caratteristiche enologiche: per la buona idoneità all’appassimento e per le basse rese che consentono di rientrare nei parametri del disciplinare.

Il risveglio dell’interesse è in gran parte giustificato dall’aspetto del grappolo: piccolo, tozzo, serrato e con acini minuti, sembra perfettamente adatto a produrre vini straordinariamente concentrati. Il suo patrimonio polifenolico è notevole, tanto da essere probabilmente il vitigno più colorante di tutta la provincia. Dopo l’iscrizione al Registro Nazionale delle Varietà di Vite nel 2000 diverse cantine non solo hanno impiantato Oseleta in maniera significativa ma stanno operando con risultati decisamente incoraggianti nella sua vinificazione in purezza.Il grappolo è molto piccolo, con peso compreso trai 100 e i 200 grammi. È di forma cilindrico-piramidale, di straordinaria compattezza, molto spesso dotato di un’ala. L’acino è medio, d i forma irregolare, con buccia pruinosa, spessa, consistente e di colore blu-nero. Si vendemmia solitamente tra la metà di Settembre e l’inizio di Ottobre.

Il vino è di colore rubino violaceo molto intenso, cupo. I profumi, vinosi in giovane età, con il passare del tempo rivelano accanto al frutto un’intensa nota speziata. Di grande struttura e pienezza, offre un’ottima trama tannica. L’interesse per il Vitigno è dovuto all’intensità cromatica e alla grande concentrazione del vino che se ne trae.