Il Grillo è un importante vitigno a bacca bianca della Sicilia, la cui origine è forse pugliese, anche se ormai si può considerare siciliano a tutti gli effetti, anche se riferimenti sicuri sulla presenza in Sicilia sono datati solo alla fine del 1800, quando veniva chiamato Riddu. Il Grillo è comunque presente nella provincia di Trapani da moltissimo tempo come vitigno base per la vinificazione dei Marsala, che come è noto viene prodotto già dal seicento, anche se le notizie dell’epoca risultano sempre parziali. Viene coltivato anche in provincia di Agrigento e con piccole estensioni anche nelle provincie di Palermo e Siracusa. Nonostante le superfici vitate siano di nuovo in diminuzione già dagli anni 80 del novecento, resta abbastanza coltivato. Nel 1930 rappresentava addirittura quasi il 60 per cento delle estensioni vitate, ma già dopo 20 anni si era ridotto sensibilmente e nel 1995 si contavano circa 6.500 ettari concentrati nella zona del Marsala e quella di Trapani, per lo più sulla zona costiera. Dagli anni 2000 comunque si sta assistendo ad una rinascita del vitigno, con maggiore interesse verso le vinificazioni di qualità.

Si presenta come un vitigno vigoroso, con grappoli conici, alati, a spargolo medio, con chicchi di dimensioni medio-grandi, sferici. Presenta poca pruina sulla spessa buccia di colore giallo verdognolo, che assume toni rosa aranciato quando esposto al sole nelle parti esterne. La maturazione avviene in epoca media, nelle ultime due settimane di settembre.

Ha rese medie e costanti, grazie ad allevamenti con sistemi ad alberello, con potature corte. Si trova a suo agio con climi caldi ed ha sensibilità nella norma rispetto ai parassiti, alle malattie e alle variazioni del clima. Con l’alberello il Grillo aumenta il suo grado di zuccheri fino al 30 per cento, abbassando l’acidità con la sostituzione completa dell’acido malico.

Il Grillo era l’uvaggio base del Marsala, e in questa denominazione è ancora largamente impiegato, mentre viene vinificato nelle altre denominazioni di origine e nelle indicazioni geografiche tipiche sia in purezza che in assemblaggio. Ai vini apporta una buona alcolicità e per questo viene utilizzato per i vini liquorosi.

I vini possono essere bevuti sia giovano che invecchiati, grazie alla buona gradazione alcolica. Generalmente i vini sono di colore paglierino carico, con una discreta gamma olfattiva di buona aromaticità, indirizzata su profumi erbacei, con un personale tocco d’ortica, seguiti da quelli floreali con le note di gelsomino e punte agrumate, con tocchi citrini.

Il palato risulta sempre ben strutturato, spesso alcolico e sapido. La buona acidità fa parte della struttura ma al tempo stesso risulta morbido. I vini secchi che ne risultano sono sempre astringenti, a volte con sentori terrosi. Si abbina perfettamente con le fritture di crostacei e di pesce, anche grigliati o cotti con pasta e riso. Va bene anche con antipasti di pesce e verdure.