Il vitigno Greco Bianco ha, come tutti i vitigni che contengono la parola Greco o suoi riferimenti nel nome, origini nella penisola Ellenica. Nelle loro migrazioni verso l’Italia, i coloni Greci portarono con sè molte barbatelle e semi di vite, che dettero poi origine a numerosi vitigni al centro e sud Italia, accomunati dalla radice “greco”. Nella versione calabrese del Greco,  “bianco” non si riferisce al colore ma al paese omonimo che si trova sulla costa ionica della Calabria. Si ritiene che il primo tralcio sia arrivato in Calabria, nel territorio di Bianco, già nel VII secolo a. C.., quando i Greci sbarcarono presso il promontorio Zefirio (oggi chiamato Capo Bruzzano). Nel Registro nazionale varietà di vite da vino, il “Greco bianco B.” è distinto dal “Greco B.“, ed è riferito alla sola varietà coltivata in Calabria. In alcuni disciplinari viene fatto riferimento a “Greco Bianco” per indicare invece il vitigno Greco presente in Campania e in altre regioni dell’Italia centrale. Il Greco Bianco è coltivato in diversi comuni di Catanzaro e di Reggio Calabria e le sue uve sono utilizzate per produrre vini sia in purezza (Greco Bianco Doc) che integrate ad altri vitigni. Ha un ruolo importante nel Cirò Bianco (almeno per il 90%), nel Greco di Lamezia (85%) e in un insolito vino passito, il Greco di Bianco DOC, la cui zona di produzione è ristretta al comune di Bianco e ad una parte del comune di Casignana in provincia di Reggio Calabria. Le uve di Greco Bianco vengono messe ad appassire prima della spremitura, ed il vino che ne deriva ha una gradazione minima di 14° svolti e 17° totali e presenta una notevole predisposizione all’invecchiamento.

Ha foglia piccola, pentagonale e quinquelobata; grappolo grande e allungato, piramidale o cilindrico, alato e piuttosto compatto; acino medio-piccolo, ellissoidale corto con buccia molto pruinosa di colore verde-giallastro che tende all’ambrato se esposta a lungo al sole.

Il vitigno Greco Bianco dà un vino che nella sua versione secca presenta di colore oro chiaro con riflessi ambrati con note di mandorle tostate e fichi. Nella sua versione dolce il vino è più decisamente dorato ed intenso al naso, con note di fiori d’arancio, fichi e miele