Il Gamay è per eccellenza l’uva rossa del Beaujolais, il novello francese della Borgogna oramai famoso in tutto il mondo. Ne esistono moltissimi cloni, per ottenere novelli diversi e sempre più attraenti. La esatta dicitura di questa varietà è però Gamay Noir à Jus Blanc che indica la polpa bianca di questa varietà, cosi particolare e nobile. Il Gamay a polpa rossa invece è chiamato Teinturies ed è poco diffuso, principalmente nel Mâconnais e in Touraine.

Sembra che la varietà sia originaria proprio del villaggio Gamay nel cuore della regione del Beaujolais, ma comunque ne è parte integrante. Le prime testimonianze di questo vitigno sono del 1395 quando l’allora Duca regnate sulla Borgogna ne decideva per legge l’espianto dei vigneti, evidentemente molto estesi, in quanto il vino prodotto era di scarsa qualità aromatica e di bassa alcolicità. Evidentemente l’editto non ebbe molto successo nell’estirpare questa qualità, e successivamente si sarebbero trovate le tecniche per far rendere al meglio quest’uva particolare.

La varietà è molto precoce in tutti i periodi del ciclo vegetativo, germinazione, fioritura e fruttificazione, con maturazioni anticipate e notevoli pericoli per le gelate primaverili. Nella Loira però questa caratteristica permette al Gamay di maturare in tempo rispetto a un clima che si fa subito freddo. Nei terreni freddi della Francia settentrionale e della Borgogna il sistema d’allevamento migliore è senza dubbio il basso alberello, il più adatto per esempio nei terreni ricchi di granito del Beaujolais. Questo sistema d’allevamento riesce a fornire ottime rese, anche in qualità senza grossi interventi di potatura oltre al consueto mantenimento dell’alberello.

La vinificazione del mosto viene effettuata abbastanza velocemente e questo ne ha determinato anche il successo commerciale del Beaujolais. Come uva precoce infatti raramente viene invecchiata più di due o tre anni, e questo lo poneva spesso in difficoltà rispetto ai grandi borgognoni. Da qui l’idea del vino novello, appena fermentato, spesso con macerazione carbonica in modo da fornire più colore e aromi al vino. Questo anche per quanto detto prima riguardo al Gamay, che tende ad essere chiaro anche se possiede delle tonalità più blu rispetto ad altri vitigni.

L’acidità fornita al vino è notevole, con profumi di frutti rossi molto freschi. Un altro aroma molto caratteristico di quest’uva è quello di banana, caramello dolce e acetato, dovuto proprio alla fermentazione anaerobica e alla macerazione carbonica.

Il Gamay raramente fornisce un forte apporto alcolico, e per questo si usa bene per i vini novelli, che richiedono una certa freschezza e leggerezza. Raramente viene assemblato, e solo in Francia e Svizzera, al Pinot Noir, ma i risultati sono spesso deludenti.

Molto meglio in purezza, avendo un legame indissolubile e dipendente con la sua area favorita, il Beaujolais appunto, dove la coltivazione della varietà è praticamente esclusiva a parte qualche ettaro vitato di Chardonnay, per la produzione di bianchi della zona. Una discreta produzione viene effettuata anche nel resto del corsi del Rhone e in tutta la Loira, dove trova terreno fertile grazie alla sua precocità, anche se non riesce ad entrare come uva primaria nelle denominazioni di origine. L’unica denominazione a farne un elevato uso con un 40 per cento in assemblaggio è l’ottima Vin de Pays du Jardin de la France, uno dei vanti della valle.