La Forastera è un vitigno a bacca bianca di cui non si conosce l’origine ma solo la storia recente, che la vede importata nelle isole della costa campana, in particolare Ischia, per salvare e riempiantare i vigneti duramente colpiti dalla crisi della fillossera della metà dell’ottocento. Da qui il nome che indica la sua provenienza da fuori l’isola, e anche i vari sinonimi, Furastiera, Forestiera e Frastera, tutti indicanti la medesima caratteristica. È proprio ad Ischia che il vitigno viene coltivato, mentre nelle altre isole sembra già scomparso. In queste isole si coltiva uva gia prima della colonizzazione greca, grazie agli Eubei, predecessori degli ellenici che invece introdussero il Biancolella nel VII secolo a.C. Il Biancolella era in effetti il vitigno coltivato fino alla crisi fillosserica e segnalato fin dai tempi antichi. Nel periodo successivo alla crisi iniziò a comparire invece la Forastera nelle produzioni di vini, anche se il Biancolella rimase, ed è tuttora predominante, salvato dai portinnesti americani. Comunque la Forastera è in ogni modo ormai parte dell’isola, che l’ha adottata e trasmutata in tradizione locale. La si trova sporadicamente anche nel resto della regione e in Sardegna, ma è ad Ischia che viene maggiormente considerata.

Il Forastera si presenta con dei grappoli che hanno dimensioni medie, a forma cilindrico o piramidale e densità a spargolo. I chicchi hanno dimensioni medie, con buccia sottile e ben ricoperta di pruina. I colori sono gialli sfumati di verde. Matura in epoca media, nella seconda metà di settembre. Le rese sono alte e regolati, e il vitigno si segnala per la sua vigoria e la già segnalata resistenza alla fillossera che la portò nell’isola. Il motivo per cui non riuscì ad imporsi definitivamente risiede nella estrema difficoltà di coltivazione, che suggerirono successivamente di espiantarla, suggerimento non accolto per la sua qualità e le coltivazioni oramai estese sul territorio.

La qualità della Forastera è discreta ma purtroppo irregolare. La difficoltà di coltivazione infatti si traduce in annate buone e annate scarse, che rendono questo vino non facilmente commerciabile. Per questo spesso viene utilizzata in assemblaggio. Quando ben vinificata nelle annate buone, i vini risultano morbidi, ben profumati con intensi aromi floreali e fruttati in bianco. Al gusto si segnala per freschezza, in sapori secchi e a volte un po frizzantini, da abbinare con con i crostacei dell’isola ad una temperatura di servizio di circa 9 gradi. Il Forastera può essere anche un ottimo aperitivo con stuzzichini di pesce come le tartine. I vini hanno colori paglierino scarico. Il Forastera fa parte dei disciplinari dell’Ischia DOC, ma anche di molti IGT campani quale il Beneventano, il Pompeiano, il Paestum, l’Epomeo, il Campania, il Terre di Volturno, il Colli di Salerno e il Roccamonfina.

Il vitigno Forastera ha le seguenti caratteristiche varietali:

Foglia: grande, quasi orbicolare, penta o trilobata.

Grappolo: medio, cilindrico o piramidale, può essere alato, piuttosto spargolo.

Acino: medio, ellissoidale Buccia: pruinosa, sottile e di colore giallo paglierino con sfumature verdi.