Il Fiano è un vitigno bianco di origine antichissima e come molti autoctoni dell’Italia meridionale la sua natività dovrebbe essere greca, quando gli antichi coloni di questo popolo fondarono numerose colonie nella nostra penisola e in particolare in Sicilia e Campania intorno al VII secolo avanti Cristo importando anche le loro uve. Ormai autoctone, vista la lunghissima militanza nella nostra penisola, queste uve spesso esprimono il meglio dell’enologia mondiale. Ma esistono comunque due ipotesi. Questa, la prima, vede in particolare al Fiano ritenuto importato dai greci, attribuita l’origine presso Lapìo, nella zona orientale della provincia di Avellino. Il nome si deve probabilmente alla locuzione uve apiane, derivate da Vitis Apicia a indicare l’antica località di Lapio, tuttora sua zona di produzione o più probabilmente a indicare Apina nel significato di dolce profumo che attira le api. Da qui nel tempo quindi Apiana, poi Afiana e infine Fiano. Un’altra ipotesi fa risalire l’origine dell’uva da una migrazione forzata di popolazioni liguri nella zona di Avellino ad opera dei Romani. L’ipotesi vede i Liguri Apuani abitanti delle omonime Alpi Apuane opposti a Roma durante la seconda Guerra Punica in alleanza con Cartagine. Dopo una prima vittoria vennero sconfitti dalle legioni nel 180 a.C., e quindi deportati in massa, gli storici parlano di 50000 persone, in Campania dove avrebbero importato la loro vite Apuana, che poi avrebbe subito lo stesso processo nel nome. Altre a delle ipotesi che si possono riferire all’antichità, i primi documenti certi sul Fiano sono del 1800 con il Bollettino Ampelografico del Regno di Napoli dove si parla del Fiano diffuso in Irpinia, nella provincia di Caserta, in Puglia e in Basilicata. Sembra che la sua introduzione in Puglia e Basilicata risalga al 1200 quando Carlo II d’Angiò ordinò la spedizione di migliaia di piante da Cava dei Tirreni a Manfredonia, ma la sua introduzione è forse precedente.

Il Fiano è un vitigno capace di dar vita a vini di grande complessità, finezza aromatica e capacità di invecchiamento, come ad esempio il Fiano d’Avellino DOCG. Solo negli ultimi anni si è puntato su una coltivazione concentrata soprattutto sulla qualità e quindi si possono prevedere in futuro risultati ancora migliori dal punto di vista della produzione

Colore Bacca: Bianca

Il vitigno Fiano ha le seguenti caratteristiche varietali:

Foglia: orbicolare, di media grandezza, trilobata o pentalobata.

Grappolo: piccolo o medio, serrato, piramidale con un’ala piuttosto sviluppata.

Acino: medio, ellissoidale Buccia: resistente, giallo dorata, con scarsa pruina.

Il vitigno Fiano predilige terreni vulcanici ma rende bene anche su terreni argillosi e pesanti.

Il vino derivato dal vitigno Fiano in purezza si presenta in genere con un colore giallo paglierino più o meno intenso con i tipici aromi di nocciola tostata, pera e spezie e lunga persistenza e spesso grande complessità.