Il Corvinone è un vitigno autoctono del territorio di Verone ed è impiegato in modo complementare e facoltativo (nella misura massima del 50% in sostituzione della Corvina) nell’uvaggio dei vini prodotti nella zona della Valpolicella tra i quali il più famoso Amarone della Valpolicella. In passato confuso con la più celebre Corvina veronese, il Corvinone ha ottenuto una sua indipendenza solo di recente rendendo ormai desueto il termine generalistico Corvine.
Il suo nome potrebbe provenire dal colore quasi nero che richiama il piumaggio del corvo, oppure da “corba”, la cesta con cui veniva trasportata l’uva, appellativo che ritorna anche in vari sinonimi locali (“corbina”).
Il Corvinone, dal punto di vista fenologico, non si differenzia sostanzialmente dalla Corvina: è quindi varietà a germogliamento tardivo e maturazione medio tardiva (fine settembre – inizio ottobre). La vigoria è buona, talvolta elevata, e la produttività buona e costante; anche se in minore misura rispetto alla Corvina, il Corvinone presenta comunque scarsa fertilità delle gemme basali del tralcio, pertanto necessita di forme di allevamento con rinnovo annuale del tralcio e potatura lunga. Molto sensibile alla peronospora, mediamente all’oidio. Meno sensibile della Corvina allo stress idrico ma ugualmente soggetto a danno da scottature degli acini se esposto all’insolazione diretta. Molto buona l’attitudine delle uve all’appassimento.
Il vitigno Corvinone ha le seguenti caratteristiche varietali:
Foglia: grande, pentagonale allungata, pentalobata.
Grappolo: è grande, piramidale, con una-due ali, mediamente compatto.
Acino: grosso, di dimensioni maggiori rispetto alla Corvina, ellissoidale Buccia: pruinosa, di colore blu-nero
Il Corvinone predilige terreni alluvionali, morenici, ciottolosi, collinari e ventilati, con buona esposizione.
Il Corvinone dà vita a vini di colore rosso rubino, dotati di profumi intensi, fruttati, a volte speziati e con buona morbidezza, corposità e tannicità.