L’Asprinio è un’uva bianca diffusa principalmente nella zona di Aversa nel casertano, dove dà ottimi risultati soprattutto se coltivata ad alberata.

Spesso la pianta è abbinata a tutori vivi (olmi o pioppi) e forma una barriera vegetale in grado di superare i 20 metri di altezza.

Foglia medio-piccola, pentalobata, pagina superiore glabra, di colore verde chiaro. Grappolo di media grandezza, compatto, allungato e conico, con o senza ali. Acino sferoidale, medio grande, con buccia di colore grigio verdastro, ricoperta abbondantemente di pruina.

La maturazione avviene in genere fra la fine di settembre ed i primi di ottobre. La produttività è abbondante e la vigoria della pianta è ottima.

Sulla sua provenienza si sono fatte molte ipotesi: una, però rapidamente scartata, che voleva l’Asprinio appartenere alla famiglia dei Pinot e importato dai francesi durante la dominazione di fine 1800 per la produzione di vini spumanti; un’altra lo farebbe derivare dalla domesticazione da parte degli Etruschi di viti selvatiche presenti nella zona; infine, quella più attendibile, basata su recenti analisi molecolari, ridurrebbe l’Asprinio a semplice biotipo del Greco. Ad ogni modo il nome è sicuramente dovuto alla sensazione gustativa data dal vino con esso prodotto.

L’Asprinio dà un vino leggero, poco propenso all’invecchiamento, di colore giallo paglierino con riflessi verdolini, con profumo di media intensità e fruttato, con riconoscimenti di agrumi. L’esame gustativo evidenzia decisa freschezza (acidità spiccata), media struttura e sensazioni pseudocaloriche poco accentuate. Questo vitigno dà buoni risultati anche come base spumante.