L’albarossa è un vitigno nato dalla ricerca, creato dal professor Giovanni Dalmasso nel 1938 incrociando barbera e chatus (nebbiolo di Dronero).

Si è a lungo pensato che Dalmasso avesse deciso di incrociare i due vitigni a bacca nera piemontesi per eccellenza, barbera e nebbiolo, per isolare i pregi di entrambi in un’unica soluzione. Che si trattasse proprio di nebbiolo era quanto sembrava emergere dagli appunti e dalle annotazioni dello stesso Dalmasso. In realtà si scoprì che era chatus. Dalmasso può essersi sbagliato, ipotesi verosimile ma poco probabile. Più facilmente la confusione è nata dal nome con cui lo chatus è più conosciuto, nebbiolo di Dronero, che tradizionalmente si coltiva alle pendici delle Alpi Marittime (Dronero è un piccolo comune della provincia di Cuneo): in ogni caso un vitigno piemontese al 100%.

Nel 1977 l’Albarossa è stato inserito nel Catalogo Nazionale delle Varietà di Vite, e ulteriori studi condotti negli Anni 90 presso la Tenuta Cannona hanno consentito all’albarossa di entrare nel 2001 nella lista dei vitigni adatti alla coltivazione per il Piemonte.

Da allora il vitigno è coltivato nella provincia di Alessandria e Cuneo su una superficie di circa dieci ettari, in costante espansione. Dall’albarossa si ottengono vini intensi e complessi, dalle spiccate note fruttate e speziate.